Roberto Zappalà
«Non credo che il corpo possa essere onesto fino in fondo senza che il pudore venga “espulso”, proiettato al di fuori del nostro sistema corporeo».
Roberto Zappalà è il coreografo e direttore artistico della Compagnia Zappalà Danza fondata nel 1990. Nato a Catania nel 1961, inizia la sua carriera come danzatore classico per poi lasciare il balletto alla fine degli anni Ottanta. Avvicinatosi alla danza contemporanea, ha danzato in alcuni lavori di Jiří Kylián, Mats Ek e Birgit Cullberg. Dopo un percorso fatto all’Arena di Verona ha lavorato per quattro anni con la Rai. Successivamente, mosso dall’esigenza di iniziare una propria ricerca coreografica, ritorna in Sicilia, a Catania, dove nel 1989 fonda il Balletto di Sicilia poi Compagnia Zappalà Danza. Ha realizzato più di ottanta produzioni portate in scena in numerosi teatri nazionali e internazionali, e ha collaborato con numerose compagnie, tra cui il Balletto di Toscana, la Scuola di Ballo Teatro alla Scala, la compagnia svedese Norrdans, la ArtEZ Arnhem e la Fondazione Theaterwerkplaats Generale Oost Goteborg Opera Ballett in Svezia. Si è dedicato anche alla realizzazione di opere come MindBox (2009), installazione video/audio interattiva, realizzata insieme a Christian Graupner/Humatic, vincitrice del secondo premio al Guthman Musical Instrument Competition. Tra i riconoscimenti ricevuti, il Premio Danza&Danza per le sue creazioni A.semu tutti devoti tutti? (2009) e La Nona (2015), il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2013 e il Premio Hystrio ‘corpo a corpo’ nel 2022.
Territorio
Nel 2002 Zappalà ha voluto fortemente l’acquisto, avvenuto tramite fondi privati, e ristrutturato con fondi della Comunità Europea, di una struttura dei primi del Novecento sita nel centro storico di Catania, in via Teatro Massimo 16. L’edificio è stato ristrutturato in brevissimo tempo diventando una «casa della danza» (Guatterini, 2015), «uno dei rari esempi italiani di centro coreografico europeo, diventato presto punto di riferimento per la danza al sud Italia» (Cutuli, 2021). L’inaugurazione di Scenario Pubblico è avvenuta nel marzo 2003 con Mediterraneo l.a.s.d.f, successivamente, sempre nel 2003, è stata presentata Ascoltando i pesci, e sin da quel momento, è stata avviata una progettualità di residenze per artisti esterni. Scenario Pubblico era già sostenuto da fondi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, prima di essere riconosciuto come Centro di Produzione della Danza. A differenza del teatro, infatti, solo nel 2015 nascono i centri di produzione della danza e le realtà insignite di tale nomina, quell’anno, sono state soltanto tre: la Fondazione Aterballetto di Reggio Emilia, i Cantieri Goldonetta CAN.GO di Virgilio Sieni a Firenze e Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza a Catania. Quest’ultimo, insieme al Centro di Virgilio Sieni, sono le uniche due realtà riconosciute, dal 2022, come Centri di Rilevante Interesse Nazionale per la danza.
Oltre al supporto del Mibact e della Regione Sicilia, Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza ha stretto negli anni rapporti di partenariato con Danse qui danse Network, KORZO Producties, Farm Cultural Park, Consorzio Il Nodo, Consorzio Sol.Co., FCE, Associazione Musicale Etnea, COORPI, Cro.Me., MILANoLTRE Viagrande Studios, Università di Catania, Università di Catania Dipartimento di Scienze Umanistiche, I.P.A.B. e Premio Lettera 22.
La Compagnia Zappalà Danza e Scenario Pubblico sono entità in reciproco dialogo, legate da una contiguità artistica, distinguibili ma assimilate nella medesima organizzazione, ancora unico riferimento notabile in Sicilia legato all’ambito della danza e delle arti performative.
Spazio
Scenario Pubblico è una struttura costituita da un teatro Black Box, due sale prova interne, White studio e Grey studio, un Foyer con caffetteria, un Bureau, un archivio multimedia e una foresteria. A settembre 2021, grazie a finanziamenti privati raccolti anche con una campagna di crowdfunding, è sorto ScenarioLab una nuova sala-teatro usata per progetti di videodanza e resa disponibile per gli artisti in residenza. Scenario Pubblico è la casa della CZD ma è anche dimora accogliente di molti artisti grazie all’attuazione, fatta sin dalla nascita, di un percorso di residenzialità, realizzato tramite il bando pubblico ACASA, che dà spazio e promuove diversi ospiti nazionali e internazionali, anche emergenti, con l’intento di creare un circuito di emancipazione e di creazione artistica.
Disegno creativo
Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza si è presto dedicato anche alla formazione attraverso l’organizzazione di diversi workshop sul linguaggio della compagnia, MoDem, e con l’avvio di MoDem/codici gestuali compagnia zappalà danza oggi MoDem Pro. Dal 2017 esistono due programmi di formazione per danzatori: MoDem Atelier e MoDem Pro. Il primo, avviamento preprofessionale, offre un percorso biennale focalizzato sullo studio della danza classica e contemporanea con insegnanti e danzatori eterogenei. Il program, curato dal danzatore e assistente della CZD Fernando Roldán Ferrer, prevede anche un calendario di incontri teorici focalizzati sulla storia della danza, laboratori creativi e attività di scrittura critica. Il MoDem Pro è, invece, un percorso per danzatori professionisti della durata di tre mesi, coordinato anch’esso da Ferrer, inquadrato solo sullo studio del linguaggio MoDem e del repertorio della CZD; tramite esso è possibile accedere alla selezione per la compagniazappalàdanza2, impegnata nella ripresa degli spettacoli di repertorio della compagnia principale.
L’ente organizza annualmente una programmazione di spettacoli, cui dà un titolo in base al tema scelto, come le ultime rassegne Pensare, W, Sp*rt!, inaugurata con i Dance Attack, azioni di danza urbana che invadono diverse zone della città, cui prendono parte i partecipanti del MoDem Pro e della CZD2. Scenario Pubblico si occupa anche dell’organizzazione di un Festival: UVA Grapes è stato il primo, organizzato dal 2005 al 2008 in collaborazione con il Teatro Massimo Bellini e il Convitto Cutelli, con la proposta di workshop, spettacoli e installazioni; dal 2018 è nato il FIC Festival, focolaio d’infezione creativa, finalizzato alla proposta di numerosi spettacoli, restituzioni di residenze, performance di ospiti, talking, presentazioni di libri ecc. ed è condensato in una settimana in cui, come un virus, vuole arrivare a più cittadini possibili invadendo anche gli spazi cittadini, un po’ come avviene con i Dance Attack. Nel 2024 il FIC Fest è stato rinominato Catania Contemporanea/FIC Fest e ha esteso la catena di partership con numerosi enti del territorio, tra cui il Teatro Massimo Bellini, Isola Catania, Fondazione Brodbeck, Cinema King e altri. Infine, una grande attenzione è volta a progettualità e iniziative che dialogano con il territorio, un esempio è la ramificazione delle attività in altre sedi ed enti come nel caso di Favara, dove a giugno 2010 è nato Farm Cultural Park, spazio di aggregazione e promozione dedicato alle arti visive fondato da Andrea Bartoli e Florinda Saieva. Qui, con l’ambizione di ampliare ulteriormente il pubblico delle arti coreutiche, Roberto Zappalà e la sua compagnia, vi partecipano attivamente utilizzando gli spazi all’interno di di ScenarioFarm: NanoBox (performance one to one spettatore-danzatore definite NanoPerformance) e VideoBox (dedicato alla video-danza).
Progetto creativo
Dal Balletto di Sicilia alla Compagnia Zappalà Danza Zappalà ha acquisito uno stile del tutto nuovo fondato su una ricerca che negli anni ha maturato la propria peculiare definizione. Punto focale è il MoDem, acronimo di movimento democratico, che lungi dall’essere legato al partito politico, è una tipologia di allenamento fruibile a livello professionale e amatoriale che ha come focus la sensibilità e l’espressività dei corpi. Democraticità è intesa come libertà di creazione e personalizzazione del movimento che nasce sempre in relazione alle caratteristiche anatomiche e percettive del danzatore o della danzatrice. MoDem è il portale d’accesso al linguaggio del coreografo sviluppato durante gli anni e teorizzato in tre saggi pedagogici: Corpo Devoto, Corpo Etico e Corpo Istintivo stampati rispettivamente nel 2009, 2012, 2013 presso la Tipografia Danubio di Catania.
Nel 2011 il Goteborg Ballet ha commissionato a Roberto Zappalà la creazione di sud-virus e proprio durante il periodo di creazione in Svezia il coreografo ha deciso di raccogliere i suoi tre saggi pedagogici per unirli e ampliarli in un testo intitolato Omnia Corpora edito per la prima volta nel 2016 da Malcor D’ Edizione e riedito a novembre 2022. Il libro, che si pone come apparato teorico-filosofico del suo linguaggio per danzatori e amatori, vede i tre saggi Corpo Devoto, Corpo Etico e Corpo Istintivo arricchiti da nuovi appunti del coreografo affiancati dalle riflessioni di Nello Calabrò, Enrico Pitozzi, Stefano Tomassini ed Enrico Trimarchi. Ulteriori agli scritti riguardanti i tre macro-concetti di corpo, sono le tre fasi associate, più specificamente, alla dinamica di movimento e allo strumento dell’improvvisazione, dedicate al vulcano Etna: Lava Flowing, lava che fluisce, Lava Bubble, lava che bolle, e Lava Deep, la lava fluisce e bolle in profondità; tre suggestioni che il corpo con la pratica impara a percepire, studiare, lavorare e assimilandole le rende linguaggio in dinamica.
Ispirandosi, spesso, a diverse suggestioni della vita quotidiana, i suoi lavori sono cartina di tornasole di un’apertura o, meglio, di un’esigenza di trattare temi sociali rintracciabili già nei corpi. Questi ultimi sono sì campo d’indagine, in quanto hanno in loro stessi i segni, le risposte, le contraddizioni personali e culturali, e allo stesso tempo, sono gli strumenti utilizzati per la ricerca. Nelle creazioni, di conseguenza, diventa naturale l’emersione della Sicilia in quanto terra abitata e la trattazione di temi ad essa legati quali religione, mafia, politica, società di una terra di frontiera. La danza per Zappalà, come emerge dalle molte interviste fatte nel corso degli anni, non è considerata come una materia artistica a sé, ma è inserita in un più generale contenitore creativo. La visione dell’arte, secondo il coreografo, sarebbe quella di contribuire ad una «crescita e ad una emancipazione dell’umanità», così come fa, dovrebbe o potrebbe fare, la danza che tra le arti è, ancora per il coreografo, quella più empatica perché usa il corpo come strumento di comunicazione e lo impiega restituendo, già nel suo attuarsi, «un’idea di aggregazione e di unanimità». Zappalà basandosi sull’idea che vede la danza quale strumento efficace di ricerca e di attività sociale, agisce con una vision legata a sancire, tramite la sua attività, un «nuovo umanesimo del corpo» sviluppando le sue creazioni insieme al dramaturg Nello Calabrò.
Bibliografia
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Calabrò N., Passi falsi. Drammaturgia come metodo investigativo, Catania, Malcor D’, 2021.
Calabrò N., Roberto Zappalà. Sudvirus. Il piacere di sentirsi terroni, Catania, Malcor D’ Edizione, 2014
Chernetich G.C., Omnia Corpora, scritture per la danza di Roberto Zappalà, «Teatro e Critica» Omnia Corpora, scritture per la danza di Roberto Zappalà – Teatro e Critica.
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Inguscio M., Compagnia Zappalà Danza, Twenty five years running 1990-2015, Catania, Malcor D’ Edizione, 2012.
Olivieri M., Intervista a Roberto Zappalà, in «Sipario», INTERVISTA a ROBERTO ZAPPALÀ – di Michele Olivieri (sipario.it).
Pontremoli A., La danza 2.0. Paesaggi coreografici del nuovo millennio, Bari, Laterza, 2018.
Randazzo P., Corpi incompiuti. Un viaggio nella danza di Roberto Zappalà, Catania, Tipografia Danubio – Meta arte edizioni, 2007.
Randi E., Il corpo pensato. Teorie della danza nel Novecento, Roma, Audino Editore, 2020.
Randi E., Protagonisti della danza del XX secolo, poetiche ed eventi scenici, Roma, Carocci Editore, 2020.
Zappalà R., Omnia corpora. Devoto/etico/istintivo, Catania, Malcor D’, 2022.